pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2 gennaio 1998 -
Supplemento Ordinario n. 1
Visti gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione;
Visto l'articolo 3, commi 186, 187, 188, 189 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, recante delega al Governo per la disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 4 luglio 1997;
Visto l'articolo 3, comma 1, della legge 31 luglio 1997, n. 259, che ha fissato alla data del 30 novembre 1997 il termine per l'esercizio delle deleghe legislative recate dal citato articolo della legge n. 662 del 1996;
Vista la deliberazione del Presidente del Senato della Repubblica, d'intesa col Presidente della Camera dei deputati, adottata ai sensi dell'articolo 3, comma 15, della citata legge n. 662 del 1996, recante proroga di venti giorni del termine per l'espressione del parere da parte della Commissione parlamentare istituita a norma dell'articolo 3, comma 13, della medesima legge n. 662 del 1996;
Acquisito il parere della summenzionata Commissione parlamentare;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 14 novembre 1997;
Sulla proposta del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica;
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1. Nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, all'articolo 87, il comma
4 e' sostituito dai seguenti:
"4. L'oggetto esclusivo o principale dell'ente
residente e' determinato in base alla legge, all'atto costitutivo o allo
statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata
autenticata o registrata. Per oggetto principale si intende l'attivita'
essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge,
dall'atto costitutivo o dallo statuto.
4-bis. In mancanza dell'atto
costitutivo o dello statuto nelle predette forme, l'oggetto principale dell'ente
residente e' determinato in base all'attivita' effettivamente esercitata nel
territorio dello Stato; tale disposizione si applica in ogni caso agli enti non
residenti.".
1. Nell'articolo 108, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
concernente il reddito complessivo degli enti non commerciali, dopo il comma 2,
e' aggiunto, in fine, il seguente:
"2-bis. Non concorrono in ogni caso
alla formazione del reddito degli enti non commerciali di cui alla lettera c)
del comma 1 dell'articolo 87:
a) i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito
di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni
di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni,
ricorrenze o campagne di sensibilizzazione;
b) i contributi corrisposti da
amministrazioni pubbliche ai predetti enti per lo svolgimento convenzionato o in
regime di accreditamento di cui all'articolo 8, comma 7, del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dall'articolo 9, comma 1, lettera g),
del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, di attivita' aventi finalita'
sociali esercitate in conformita' ai fini istituzionali degli enti stessi.".
2. Le attivita' indicate nell'articolo 108, comma 2-bis, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dal comma 1, fermo restando il regime di esclusione dall'imposta sul valore aggiunto, sono esenti da ogni altro tributo.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, possono essere stabiliti condizioni e limiti affinche' l'esercizio delle attivita' di cui all'articolo 108, comma 2-bis, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, possa considerarsi occasionale.
1. All'articolo 109 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente la determinazione dei redditi degli enti non commerciali, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:
"2. Per l'attivita'
commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno l'obbligo di tenere la
contabilita' separata.
3. Per l'individuazione dei beni relativi all'impresa
si applicano le disposizioni di cui all'articolo 77, commi 1 e
3-bis.
3-bis. Le spese e gli altri componenti negativi relativi
a beni e servizi adibiti promiscuamente all'esercizio di attivita' commerciali e
di altre attivita', sono deducibili per la parte del loro importo che
corrisponde al rapporto tra l'ammontare dei ricavi e altri proventi che
concorrono a formare il reddito d'impresa e l'ammontare complessivo di tutti i
ricavi e proventi; per gli immobili utilizzati promiscuamente e' deducibile la
rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte del
loro ammontare che corrisponde al predetto rapporto.";
b) il comma 4-bis e' sostituito dal seguente:
"4-bis. Gli
enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilita' pubblica sono
esonerati dall'obbligo di tenere la contabilita' separata qualora siano
osservate le modalita' previste per la contabilita' pubblica obbligatoria tenuta
a norma di legge dagli stessi enti.".
1. Nel testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo l'articolo 109 e'
inserito il seguente:
"Art. 109-bis (Regime forfetario degli enti
non commerciali). - 1. Fatto salvo quanto previsto, per le associazioni
sportive dilettantistiche, dalla legge 16 dicembre 1991, n. 398, e, per le
associazioni senza scopo di lucro e per le pro-loco, dall'articolo 9-bis
del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con modificazioni, dalla
legge 6 febbraio 1962, n. 66, gli enti non commerciali ammessi alla contabilita'
semplificata ai sensi dell'articolo 18 del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, possono optare per la determinazione
forfetaria del reddito d'impresa, applicando all'ammontare dei ricavi conseguiti
nell'esercizio di attivita' commerciali il coefficiente di redditivita'
corrispondente alla classe di appartenenza secondo la tabella seguente ed
aggiungendo l'ammontare dei componenti positivi del reddito di cui agli articoli
54, 55, 56 e 57:
a) attivita' di prestazioni di servizi:
1) fino a lire
30.000.000, coefficiente 15 per cento;
2) da lire 30.000.001 a lire
360.000.000, coefficiente 25 per cento;
b) altre attivita':
1) fino a lire
50.000.000, coefficiente 10 per cento;
2) da lire 50.000.001 a lire
1.000.000.000, coefficiente 15 per cento.
2. Per i contribuenti che
esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi ed altre attivita' il
coefficiente si determina con riferimento all'ammontare dei ricavi relativi
all'attivita' prevalente. In mancanza della distinta annotazione dei ricavi si
considerano prevalenti le attivita' di prestazioni di servizi.
3. Il regime
forfetario previsto nel presente articolo si estende di anno in anno qualora i
limiti indicati al comma 1 non vengano superati.
4. L'opzione e' esercitata
nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dall'inizio del periodo
d'imposta nel corso del quale e' esercitata fino a quando non e' revocata e
comunque per un triennio. La revoca dell'opzione e' effettuata nella
dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dall'inizio del periodo
d'imposta nel corso del quale la dichiarazione stessa e' presentata.
5. Gli
enti che intraprendono l'esercizio d'impresa commerciale esercitano l'opzione
nella dichiarazione da presentare ai sensi dell'articolo 35 del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive
modificazioni.".
1. All'articolo 111 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente
l'attivita' svolta dagli enti di tipo associativo, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 3 e' sostituito dal seguente:
"3. Per le
associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali,
culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione
extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivita'
svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso
pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o
partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivita' e che per
legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica
organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei
tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonche' le cessioni anche a
terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati.";
b) dopo il comma 4, sono aggiunti, in fine, i seguenti:
"4-bis. Per
le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui
all'articolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui
finalita' assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno, non si
considerano commerciali, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi
specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi
in cui viene svolta l'attivita' istituzionale, da bar ed esercizi similari e
l'organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, sempreche' le predette
attivita' siano strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione
degli scopi istituzionali e siano effettuate nei confronti degli stessi soggetti
indicati nel comma 3.
4-ter. L'organizzazione di viaggi e soggiorni
turistici di cui al comma 4-bis non e' considerata commerciale anche se
effettuata da associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonche' da
associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha
stipulato patti, accordi o intese, sempreche' sia effettuata nei confronti degli
stessi soggetti indicati nel comma 3.
4-quater. Per le organizzazioni
sindacali e di categoria non si considerano effettuate nell'esercizio di
attivita' commerciali le cessioni delle pubblicazioni, anche in deroga al limite
di cui al comma 3, riguardanti i contratti collettivi di lavoro, nonche'
l'assistenza prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti in
materia di applicazione degli stessi contratti e di legislazione sul lavoro,
effettuate verso pagamento di corrispettivi che in entrambi i casi non eccedano
i costi di diretta imputazione.
4-quinquies. Le disposizioni di cui ai
commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater si applicano a condizione
che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da
inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dell'atto
pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata:
a) divieto di
distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonche' fondi,
riserve o capitale durante la vita dell'associazione, salvo che la destinazione
o la distribuzione non siano imposte dalla legge;
b) obbligo di devolvere il
patrimonio dell'ente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra
associazione con finalita' analoghe o ai fini di pubblica utilita', sentito
l'organismo di controllo di cui all'articolo 3, comma 190, della legge 23
dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge;
c)
disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalita' associative volte
a garantire l'effettivita' del rapporto medesimo, escludendo espressamente la
temporaneita' della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli
associati o partecipanti maggiori d'eta' il diritto di voto per l'approvazione e
le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi
direttivi dell'associazione;
d) obbligo di redigere e di approvare
annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni
statutarie;
e) eleggibilita' libera degli organi amministrativi, principio
del voto singolo di cui all'articolo 2532, secondo comma, del codice civile,
sovranita' dell'assemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro
ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicita' delle
convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o
rendiconti;
f) intrasmissibilita' della quota o contributo associativo ad
eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilita' della
stessa.
4-sexies. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del
comma 4-quinquies non si applicano alle associazioni religiose
riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi
o intese, nonche' alle associazioni politiche, sindacali e di categoria.".
2. Nell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
1972, n. 633, relativo all'esercizio di imprese ai fini dell'imposta sul valore
aggiunto, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nel quarto comma,
secondo periodo, relativo al trattamento di talune cessioni di beni e
prestazioni di servizi effettuate da enti di tipo associativo, le parole: "e
sportive" sono sostituite dalle seguenti: "sportive dilettantistiche, di
promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona"; nello stesso
comma, il terzo periodo e' soppresso;
b) nel quinto comma, lettera a),
relativo al trattamento delle pubblicazioni curate da enti di tipo associativo,
le parole: "e sportive" sono sostituite dalle seguenti: "sportive
dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della
persona";
c) dopo il quinto comma, sono aggiunti, in fine, i
seguenti:
"Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti
di cui all'articolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287,
le cui finalita' assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno,
non si considera commerciale, anche se effettuata verso pagamento di
corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata,
presso le sedi in cui viene svolta l'attivita' istituzionale, da bar ed esercizi
similari, sempreche' tale attivita' sia strettamente complementare a quelle
svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e sia effettuata nei
confronti degli stessi soggetti indicati nel secondo periodo del quarto comma.
Le disposizioni di cui ai commi quarto, secondo periodo, e sesto si applicano
a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti
clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella
forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata o
registrata:
a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi
di gestione nonche' fondi, riserve o capitale durante la vita dell'associazione,
salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla
legge;
b) obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente, in caso di suo
scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalita' analoghe o
ai fini di pubblica utilita', sentito l'organismo di controllo di cui
all'articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa
destinazione imposta dalla legge;
c) disciplina uniforme del rapporto
associativo e delle modalita' associative volte a garantire l'effettivita' del
rapporto medesimo, escludendo espressamente ogni limitazione in funzione della
temporaneita' della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli
associati o partecipanti maggiori d'eta' il diritto di voto per l'approvazione e
le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi
direttivi dell'associazione;
d) obbligo di redigere e di approvare
annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni
statutarie;
e) eleggibilita' libera degli organi amministrativi, principio
del voto singolo di cui all'articolo 2532, secondo comma, del codice civile,
sovranita' dell'assemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro
ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicita' delle
convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o
rendiconti;
f) intrasmissibilita' della quota o contributo associativo ad
eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilita' della
stessa.
Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del settimo comma non si
applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le
quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonche' alle associazioni
politiche, sindacali e di categoria.".
3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le associazioni costituite prima della predetta data predispongono o adeguano il proprio statuto, ai sensi dell'articolo 111, comma 4-quinquies, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dal comma 1, lettera b), ed ai sensi dell'articolo 4, settimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come modificato dal comma 2, lettera b).
4. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, il termine di cui al comma 3 e' di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
1. Nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo l'articolo 111, e'
inserito il seguente:
"Art. 111-bis (Perdita della qualifica di
ente non commerciale). - 1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie,
l'ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti
prevalentemente attivita' commerciale per un intero periodo d'imposta.
2. Ai
fini della qualificazione commerciale dell'ente si tiene conto anche dei
seguenti parametri:
a) prevalenza delle immobilizzazioni relative
all'attivita' commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti
attivita';
b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivita' commerciali
rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attivita'
istituzionali;
c) prevalenza dei redditi derivanti da attivita' commerciali
rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi,
le sovvenzioni, le liberalita' e le quote associative;
d) prevalenza delle
componenti negative inerenti all'attivita' commerciale rispetto alle restanti
spese.
3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo d'imposta in
cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta
l'obbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dell'ente
nell'inventario di cui all'articolo 15 del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. L'iscrizione nell'inventario deve essere
effettuata entro sessanta giorni dall'inizio del periodo di imposta in cui ha
effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689.
4. Le disposizioni di
cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come
persone giuridiche agli effetti civili.".
2. Nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, all'articolo 4, dopo l'ultimo comma, e' aggiunto il seguente:
"Le disposizioni sulla perdita della qualifica di ente non commerciale di cui all'articolo 111-bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si applicano anche ai fini dell'imposta sul valore aggiunto.".
1. All'articolo 114 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, riguardante gli enti non commerciali non residenti nel territorio dello Stato, nel comma 2, le parole: "senza tenerne contabilita' separata si applicano le disposizioni dei commi 2 e 3 dell'articolo 109" sono sostituite dalle seguenti: "si applicano le disposizioni dei commi 2, 3 e 3-bis dell'articolo 109".
1. Nell'articolo 20 decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
1973, n. 600, riguardante le scritture contabili degli enti non commerciali,
dopo il primo comma, sono aggiunti, in fine, i seguenti:
"Indipendentemente
alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non
commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro
quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio, un apposito e separato rendiconto
tenuto e conservato ai sensi dell'articolo 22, dal quale devono risultare, anche
a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate
e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di
sensibilizzazione indicate nell'articolo 108, comma 2-bis, lettera a),
testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
Gli enti soggetti alla determinazione forfetaria del reddito ai sensi del comma 1 dell'articolo 109-bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che abbiano conseguito nell'anno solare precedente ricavi non superiori a lire 30 milioni, relativamente alle attivita' di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, assolvono gli obblighi contabili di cui all'articolo 18, secondo le disposizioni di cui al comma 166 dell'articolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662.".
1. Il trasferimento a titolo gratuito di aziende o beni a favore di enti non commerciali, con atto sottoposto a registrazione entro il 30 settembre 1998, e' esente dalle imposte sulle successioni e donazioni, ipotecaria e catastale, sull'incremento di valore degli immobili e relativa imposta sostitutiva, non da' luogo, ai fini delle imposte sui redditi, a realizzo o a distribuzione di plusvalenze e minusvalenze, comprese quelle relative alle rimanenze e compreso il valore di avviamento, ne' costituisce presupposto per la tassazione di sopravvenienze attive nei confronti dell'ente cessionario, a condizione che l'ente dichiari nell'atto che intende utilizzare direttamente i beni per lo svolgimento della propria attivita'. Qualora il trasferimento abbia a oggetto l'unica azienda dell'imprenditore cedente, questi ha l'obbligo di affrancare le riserve o fondi in sospensione d'imposta eventualmente costituiti in precedenza previo pagamento di un'imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche ovvero dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche, dell'imposta locale sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto pari al 25 per cento, secondo le modalita' determinate con decreto del Ministro delle finanze. Per i saldi attivi di rivalutazione costituiti ai sensi delle leggi 29 dicembre 1990, n. 408, e 30 dicembre 1991, n. 413, recanti disposizioni tributarie per la rivalutazione dei beni, lo smobilizzo di riserve e di fondi e per la rivalutazione obbligatoria dei beni immobili delle imprese, l'imposta sostitutiva e' stabilita con l'aliquota del 10 per cento e non spetta il credito d'imposta previsto dall'articolo 4, comma 5, della predetta legge n. 408 del 1990 e dall'articolo 26, comma 5, della predetta legge n. 413 del 1991; le riserve e i fondi indicati nelle lettere b) e c) del comma 7 dell'articolo 105 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono assoggettati ad imposta sostitutiva della maggiorazione di conguaglio con l'aliquota, rispettivamente, del 5 per cento e del 10 per cento.
2. L'ente non commerciale che alla data di entrata in vigore del presente decreto utilizzi beni immobili strumentali di cui al primo periodo del comma 2 dell'articolo 40 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, puo', entro il 30 settembre 1998, optare per l'esclusione dei beni stessi dal patrimonio dell'impresa, mediante il pagamento di una somma a titolo di imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche, dell'imposta locale sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto, nella misura del 5 per cento del valore dell'immobile medesimo, determinato con i criteri di cui all'articolo 52, comma 4, del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, nel caso in cui gli stessi provengano dal patrimonio personale, e del 10 per cento nel caso di acquisto in regime di impresa. Per bene proveniente dal patrimonio si intende il bene di proprieta' dell'ente stesso non acquistato nell'esercizio di impresa indipendentemente dall'anno di acquisizione e dal periodo di tempo intercorso tra l'acquisto e l'utilizzazione nell'impresa.
3. Con decreto del Ministro delle finanze, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalita' di presentazione della dichiarazione di opzione e di versamento delle imposte sostitutive previste ai commi 1 e 2.
1. Sono organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS) le
associazioni, i comitati, le fondazioni, le societa' cooperative e gli altri
enti di carattere privato, con o senza personalita' giuridica, i cui statuti o
atti costitutivi, redatti nella forma dell'atto pubblico o della scrittura
privata autenticata o registrata, prevedono espressamente:
a) lo svolgimento
di attivita' in uno o piu' dei seguenti settori:
1) assistenza sociale e
socio-sanitaria;
2) assistenza sanitaria;
3) beneficenza;
4)
istruzione;
5) formazione;
6) sport dilettantistico;
7) tutela,
promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico di cui
alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, ivi comprese le biblioteche e i beni di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409;
8)
tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente, con esclusione
dell'attivita', esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti
urbani, speciali e pericolosi di cui all'articolo 7 del decreto legislativo 5
febbraio 1997, n. 22;
9) promozione della cultura e dell'arte;
10) tutela
dei diritti civili;
11) ricerca scientifica di particolare interesse sociale
svolta direttamente da fondazioni ovvero da esse affidata ad universita', enti
di ricerca ed altre fondazioni che la svolgono direttamente, in ambiti e secondo
modalita' da definire con apposito regolamento governativo emanato ai sensi
dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
b) l'esclusivo
perseguimento di finalita' di solidarieta' sociale;
c) il divieto di svolgere
attivita' diverse da quelle menzionate alla lettera a) ad eccezione di quelle ad
esse direttamente connesse;
d) il divieto di distribuire, anche in modo
indiretto, utili e avanzi di gestione nonche' fondi, riserve o capitale durante
la vita dell'organizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non
siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per
legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria
struttura;
e) l'obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per
la realizzazione delle attivita' istituzionali e di quelle ad esse direttamente
connesse;
f) l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'organizzazione, in
caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altre organizzazioni non
lucrative di utilita' sociale o a fini di pubblica utilita', sentito l'organismo
di controllo di cui all'articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n.
662, salvo diversa destinazione imposta dalla legge;
g) l'obbligo di redigere
il bilancio o rendiconto annuale;
h) disciplina uniforme del rapporto
associativo e delle modalita' associative volte a garantire l'effettivita' del
rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneita' della
partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o
partecipanti maggiori d'eta' il diritto di voto per l'approvazione e le
modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi
direttivi dell'associazione;
i) l'uso, nella denominazione ed in qualsivoglia
segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico, della locuzione
"organizzazione non lucrativa di utilita' sociale" o dell'acronimo "ONLUS".
2. Si intende che vengono perseguite finalita' di solidarieta' sociale quando
le cessioni di beni e le prestazioni di servizi relative alle attivita'
statutarie nei settori dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione, della
formazione, dello sport dilettantistico, della promozione della cultura e
dell'arte e della tutela dei diritti civili non sono rese nei confronti di soci,
associati o partecipanti, nonche' degli altri soggetti indicati alla lettera a)
del comma 6, ma dirette ad arrecare benefici a:
a) persone svantaggiate in
ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari;
b)
componenti collettivita' estere, limitatamente agli aiuti umanitari.
3. Le finalita' di solidarieta' sociale s'intendono realizzate anche quando tra i beneficiari delle attivita' statutarie dell'organizzazione vi siano i propri soci, associati o partecipanti o gli altri soggetti indicati alla lettera a) del comma 6, se costoro si trovano nelle condizioni di svantaggio di cui alla lettera a) del comma 2.
4. A prescindere dalle condizioni previste ai commi 2 e 3, si considerano comunque inerenti a finalita' di solidarieta' sociale le attivita' statutarie istituzionali svolte nei settori della assistenza sociale e sociosanitaria, della beneficenza, della tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico di cui alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, ivi comprese le biblioteche e i beni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, della tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente con esclusione dell'attivita', esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi di cui all'articolo 7 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, della ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da fondazioni, in ambiti e secondo modalita' da definire con apposito regolamento governativo emanato ai sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, nonche' le attivita' di promozione della cultura e dell'arte per le quali sono riconosciuti apporti economici da parte dell'amministrazione centrale dello Stato.
5. Si considerano direttamente connesse a quelle istituzionali le attivita' statutarie di assistenza sanitaria, istruzione, formazione, sport dilettantistico, promozione della cultura e dell'arte e tutela dei diritti civili, di cui ai numeri 2), 4), 5), 6), 9) e 10) del comma 1, lettera a), svolte in assenza delle condizioni previste ai commi 2 e 3, nonche' le attivita' accessorie per natura a quelle statutarie istituzionali, in quanto integrative delle stesse. L'esercizio delle attivita' connesse e' consentito a condizione che, in ciascun esercizio e nell'ambito di ciascuno dei settori elencati alla lettera a) del comma 1, le stesse non siano prevalenti rispetto a quelle istituzionali e che i relativi proventi non superino il 66 per cento delle spese complessive dell'organizzazione.
6. Si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili o di avanzi
di gestione:
a) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi a soci,
associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi
e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l'organizzazione o
ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore
dell'organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini
entro il secondo grado, nonche' alle societa' da questi direttamente o
indirettamente controllate o collegate, effettuate a condizioni piu' favorevoli
in ragione della loro qualita'. Sono fatti salvi, nel caso delle attivita'
svolte nei settori di cui ai numeri 7) e 8) della lettera a) del comma 1, i
vantaggi accordati a soci, associati o partecipanti ed ai soggetti che
effettuano erogazioni liberali, ed ai loro familiari, aventi significato
puramente onorifico e valore economico modico;
b) l'acquisto di beni o
servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori
al loro valore normale;
c) la corresponsione ai componenti gli organi
amministrativi e di controllo di emolumenti individuali annui superiori al
compenso massimo previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre
1994, n. 645, e dal decreto-legge 21 giugno 1995, n. 239, convertito dalla legge
3 agosto 1995, n. 336, e successive modificazioni e integrazioni, per il
presidente del collegio sindacale delle societa' per azioni;
d) la
corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari
autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie,
superiori di 4 punti al tasso ufficiale di sconto;
e) la corresponsione ai
lavoratori dipendenti di salari o stipendi superiori del 20 per cento rispetto a
quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro per le medesime qualifiche.
7. Le disposizioni di cui alla lettera h) del comma 1 non si applicano alle fondazioni, e quelle di cui alle lettere h) ed i) del medesimo comma 1 non si applicano agli enti riconosciuti dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese.
8. Sono in ogni caso considerati ONLUS, nel rispetto della loro struttura e delle loro finalita', gli organismi di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, iscritti nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, le organizzazioni non governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, e le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381. Sono fatte salve le previsioni di maggior favore relative agli organismi di volontariato, alle organizzazioni non governative e alle cooperative sociali di cui, rispettivamente, alle citate leggi n. 266 del 1991, n. 49 del 1987 e n. 381 del 1991.
9. Gli enti ecclesiastici delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese e le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui all'articolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalita' assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno, sono considerati ONLUS limitatamente all'esercizio delle attivita' elencate alla lettera a) del comma 1; fatta eccezione per la prescrizione di cui alla lettera c) del comma 1, agli stessi enti e associazioni si applicano le disposizioni anche agevolative del presente decreto, a condizione che per tali attivita' siano tenute separatamente le scritture contabili previste all'articolo 20-bis del decreto del Presidente delle Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dall'articolo 25, comma 1.
10. Non si considerano in ogni caso ONLUS gli enti pubblici, le societa' commerciali diverse da quelle cooperative, gli enti conferenti di cui alla legge 30 luglio 1990, n. 218, i partiti e i movimenti politici, le organizzazioni sindacali, le associazioni di datori di lavoro e le associazioni di categoria.
1. E' istituita presso il Ministero delle finanze l'anagrafe unica delle ONLUS. Fatte salve le disposizioni contemplate nel regolamento di attuazione dell'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, in materia di istituzione del registro delle imprese, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581, i soggetti che intraprendono l'esercizio delle attivita' previste all'articolo 10, ne danno comunicazione entro trenta giorni alla direzione regionale delle entrate del Ministero delle finanze nel cui ambito territoriale si trova il loro domicilio fiscale, in conformita' ad apposito modello approvato con decreto del Ministro delle finanze. La predetta comunicazione e' effettuata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto da parte dei soggetti che, alla predetta data, gia' svolgono le attivita' previste all'articolo 10. Alla medesima direzione deve essere altresi' comunicata ogni successiva modifica che comporti la perdita della qualifica di ONLUS.
2. L'effettuazione delle comunicazioni di cui al comma 1 e' condizione necessaria per beneficiare delle agevolazioni previste dal presente decreto.
3. Con uno o piu' decreti del Ministro delle finanze da emanarsi, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalita' di esercizio del controllo relativo alla sussistenza dei requisiti formali per l'uso della denominazione di ONLUS, nonche' i casi di decadenza totale o parziale dalle agevolazioni previste dal presente decreto e ogni altra disposizione necessaria per l'attuazione dello stesso.
1. Nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo l'articolo
111-bis, introdotto dall'articolo 6, comma 1, del presente decreto, e'
inserito il seguente:
"Art. 111-ter (Organizzazioni non lucrative
di utilita' sociale). - 1. Per le organizzazioni non lucrative di utilita'
sociale (ONLUS), ad eccezione delle societa' cooperative, non costituisce
esercizio di attivita' commerciale lo svolgimento delle attivita' istituzionali
nel perseguimento di esclusive finalita' di solidarieta' sociale.
2. I
proventi derivanti dall'esercizio delle attivita' direttamente connesse non
concorrono alla formazione del reddito imponibile.".
1. Al testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) all'articolo 13-bis sono apportate le seguenti
modificazioni:
1) nel comma 1, relativo alle detrazioni d'imposta per oneri
sostenuti, dopo la lettera i), e' aggiunta, in fine, la seguente: "i-bis)
le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni di lire,
a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS), nonche'
i contributi associativi, per importo non superiore a 2 milioni e 500 mila lire,
versati dai soci alle societa' di mutuo soccorso che operano esclusivamente nei
settori di cui all'articolo 1 della legge 15 aprile 1886, n. 3818, al fine di
assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impotenza al lavoro o di
vecchiaia, ovvero, in caso di decesso, un aiuto alle loro famiglie. La
detrazione e' consentita a condizione che il versamento di tali erogazioni e
contributi sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero mediante gli
altri sistemi di pagamento previsti dall'articolo 23 del decreto legislativo 9
luglio 1997, n. 241, e secondo ulteriori modalita' idonee a consentire
all'Amministrazione finanziaria lo svolgimento di efficaci controlli, che
possono essere stabilite con decreto del Ministro delle finanze da emanarsi ai
sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.";
2) nel
comma 3, relativo alla detrazione proporzionale, in capo ai singoli soci di
societa' semplice, afferente gli oneri sostenuti dalla societa' medesima, le
parole: "Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h) e i)" sono sostituite con
le seguenti: "Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h), i) ed
i-bis)";
b) nell'articolo 65, comma 2, relativo agli oneri di utilita'
sociale deducibili ai fini della determinazione del reddito d'impresa, dopo la
lettera c-quinquies), sono aggiunte, in fine, le
seguenti:
"c-sexies) le erogazioni liberali in denaro, per importo non
superiore a 4 milioni o al 2 per cento del reddito d'impresa dichiarato, a
favore delle ONLUS;
c-septies) le spese relative all'impiego di
lavoratori dipendenti, assunti a tempo indeterminato, utilizzati per prestazioni
di servizi erogate a favore di ONLUS, nel limite del cinque per mille
dell'ammontare complessivo delle spese per prestazioni di lavoro dipendente,
cosi' come risultano dalla dichiarazione dei redditi.";
c) nell'articolo
110-bis, comma 1, relativo alle detrazioni d'imposta per oneri sostenuti
da enti non commerciali, le parole: "oneri indicati alle lettere a), g), h) e i)
del comma 1 dell'articolo 13-bis" sono sostituite dalle seguenti: "oneri
indicati alle lettere a), g), h), i) ed i-bis) del comma 1 dell'articolo
13-bis";
d) nell'articolo 113, comma 2-bis, relativo alle
detrazioni d'imposta per oneri sostenuti da societa' ed enti commerciali non
residenti, le parole: "oneri indicati alle lettere a), g), h) e i) del comma 1
dell'articolo 13-bis" sono sostituite dalle seguenti: "oneri indicati
alle lettere a), g), h), i) ed i-bis) del comma 1 dell'articolo
13-bis";
e) nell'articolo 114, comma 1-bis, relativo alle
detrazioni d'imposta per oneri sostenuti dagli enti non commerciali non
residenti, le parole: "oneri indicati alle lettere a), g), h) e i) del comma 1
dell'articolo 13-bis" sono sostituite dalle seguenti: "oneri indicati
alle lettere a), g), h), i) ed i-bis) del comma 1 dell'articolo
13-bis".
2. Le derrate alimentari e i prodotti farmaceutici, alla cui produzione o al cui scambio e' diretta l'attivita' dell'impresa, che, in alternativa alla usuale eliminazione dal circuito commerciale, vengono ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati a finalita' estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
3. I beni alla cui produzione o al cui scambio e' diretta l'attivita' d'impresa diversi da quelli di cui al comma 2, qualora siano ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati a finalita' estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. La cessione gratuita di tali beni, per importo corrispondente al costo specifico complessivamente non superiore a 2 milioni di lire, sostenuto per la produzione o l'acquisto, si considera erogazione liberale ai fini del limite di cui all'articolo 65, comma 2, lettera c-sexies), del predetto testo unico.
4. Le disposizioni dei commi 2 e 3 si applicano a condizione che delle singole cessioni sia data preventiva comunicazione, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, al competente ufficio delle entrate e che la ONLUS beneficiaria, in apposita dichiarazione da conservare agli atti dell'impresa cedente, attesti il proprio impegno ad utilizzare direttamente i beni in conformita' alle finalita' istituzionali e, a pena di decadenza dei benefici fiscali previsti dal presente decreto, realizzi l'effettivo utilizzo diretto; entro il quindicesimo giorno del mese successivo, il cedente deve annotare nei registri previsti ai fini dell'imposta sul valore aggiunto ovvero in apposito prospetto, che tiene luogo degli stessi, la qualita' e la quantita' dei beni ceduti gratuitamente in ciascun mese. Per le cessioni di beni facilmente deperibili e di modico valore si e' esonerati dall'obbligo della comunicazione preventiva. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, possono essere stabilite ulteriori condizioni cui subordinare l'applicazione delle richiamate disposizioni.
5. La deducibilita' dal reddito imponibile delle erogazioni liberali a favore di organizzazioni non governative di cui alla legge 26 febbraio 1987, n. 49, prevista dall'articolo 10, comma 1, lettera g), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e' consentita a condizione che per le medesime erogazioni il soggetto erogante non usufruisca delle detrazioni d'imposta di cui all'articolo 13-bis, comma 1, lettera i-bis), del medesimo testo unico.
6. La deducibilita' dal reddito imponibile delle erogazioni liberali previste all'articolo 65, comma 2, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e' consentita a condizione che per le medesime erogazioni liberali il soggetto erogante non usufruisca delle deduzioni previste dalla lettera c-sexies) del medesimo articolo 65, comma 2.
7. La deducibilita' dal reddito imponibile delle erogazioni liberali previste all'articolo 114, comma 2-bis, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e' consentita a condizione che per le medesime erogazioni liberali il soggetto erogante non usufruisca delle detrazioni d'imposta previste dal comma 1-bis, del medesimo articolo 114.
1. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633,
recante la disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) nell'articolo 3, terzo comma, primo periodo,
relativo alla individuazione dei soggetti beneficiari di operazioni di
divulgazione pubblicitaria che non sono considerate prestazioni di servizi, dopo
le parole: "solidarieta' sociale," sono inserite le seguenti: "nonche' delle
organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS),";
b) all'articolo
10, primo comma, relativo alle operazioni esenti dall'imposta, sono apportate le
seguenti modificazioni:
1) nel numero 12), dopo le parole: "studio o ricerca
scientifica" sono aggiunte, in fine, le seguenti: "e alle ONLUS";
2) nel
numero 15), dopo le parole: "effettuate da imprese autorizzate" sono aggiunte,
in fine, le seguenti: "e da ONLUS";
3) nel numero 19), dopo le parole:
"societa' di mutuo soccorso con personalita' giuridica" sono inserite le
seguenti: "e da ONLUS";
4) nel numero 20), dopo le parole: "rese da istituti
o scuole riconosciute da pubbliche amministrazioni" sono inserite le seguenti:
"e da ONLUS";
5) nel numero 27-ter), dopo le parole: "o da enti aventi
finalita' di assistenza sociale" sono inserite le seguenti: "e da ONLUS";
c)
nell'articolo 19-ter, relativo alla detrazione per gli enti non
commerciali, nel secondo comma, le parole: "di cui all'articolo 20" sono
sostituite dalle seguenti: "di cui agli articoli 20 e 20-bis".
1. Fermi restando gli obblighi previsti dal titolo secondo del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le ONLUS, limitatamente alle operazioni riconducibili alle attivita' istituzionali, non sono soggette all'obbligo di certificazione dei corrispettivi mediante ricevuta o scontrino fiscale.
1. Sui contributi corrisposti alle ONLUS dagli enti pubblici non si applica la ritenuta di cui all'articolo 28, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
2. Sui redditi di capitale di cui all'articolo 41 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, corrisposti alle ONLUS, le ritenute alla fonte sono effettuate a titolo di imposta e non si applica l'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 1 aprile 1996, n. 239, recante modificazioni al regime fiscale degli interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati.
1. Nella Tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26
ottobre 1972, n. 642, relativa agli atti, documenti e registri esenti
dall'imposta di bollo in modo assoluto, dopo l'articolo 27, e' aggiunto, in
fine, il seguente:
"Art. 27-bis - 1. Atti, documenti, istanze,
contratti, nonche' copie anche se dichiarate conformi, estratti, certificazioni,
dichiarazioni e attestazioni poste in essere o richiesti da organizzazioni non
lucrative di utilita' sociale (ONLUS).".
1. Nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641,
recante disciplina delle tasse sulle concessioni governative, dopo l'articolo
13, e' inserito il seguente:
"Art. 13-bis (Esenzioni). - 1. Gli
atti e i provvedimenti concernenti le organizzazioni non lucrative di utilita'
sociale (ONLUS) sono esenti dalle tasse sulle concessioni governative.".
1. Nell'articolo 3, comma 1, del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta sulle successioni e donazioni, approvato con decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, relativo ai trasferimenti non soggetti all'imposta, dopo le parole: "altre finalita' di pubblica utilita'" sono aggiunte, in fine, le seguenti: ", nonche' quelli a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS)".
1. Nell'articolo 25, primo comma, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 643, recante disciplina dell'imposta sull'incremento di valore degli immobili, relativo all'esenzione dall'imposta degli incrementi di valore di immobili acquistati a titolo gratuito, dopo le parole: "pubblica utilita'", sono inserite le seguenti: ", nonche' da organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS)".
2. L'imposta sostitutiva di quella comunale sull'incremento di valore degli immobili di cui all'articolo 11, comma 3, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, non e' dovuta dalle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale.
1. I comuni, le province, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono deliberare nei confronti delle ONLUS la riduzione o l'esenzione dal pagamento dei tributi di loro pertinenza e dai connessi adempimenti.
1. Alla tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni
concernenti l'imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) nell'articolo 1, concernente il trattamento degli atti
traslativi a titolo oneroso della proprieta' di beni immobili e degli atti
traslativi o costitutivi di diritti reali immobiliari di godimento, dopo il
settimo periodo, e' aggiunto, in fine, il seguente: "Se il trasferimento avviene
a favore di organizzazione non lucrativa di utilita' sociale (ONLUS) ove
ricorrano le condizioni di cui alla nota II-quater): lire 250.000."; nel
medesimo articolo, dopo la nota II-ter), e' aggiunta, in fine, la
seguente: "II-quater). A condizione che la ONLUS dichiari nell'atto che
intende utilizzare direttamente i beni per lo svolgimento della propria
attivita' e che realizzi l'effettivo utilizzo diretto entro 2 anni
dall'acquisto. In caso di dichiarazione mendace o di mancata effettiva
utilizzazione per lo svolgimento della propria attivita' e' dovuta l'imposta
nella misura ordinaria nonche' una sanzione amministrativa pari al 30 per cento
della stessa imposta.";
b) dopo l'articolo 11 e' aggiunto, in fine, il
seguente: "Art. 11-bis - 1. Atti costitutivi e modifiche statutarie
concernenti le organizzazioni non lucrative di utilita' sociale: lire 250.000.".
1. L'imposta sugli spettacoli non e' dovuta per le attivita' spettacolistiche indicate nella tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, svolte occasionalmente dalle ONLUS nonche' dagli enti associativi di cui all'articolo 111, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dall'articolo 5, comma 1, lettera a), in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione.
2. L'esenzione spetta a condizione che dell'attivita' richiamata al comma 1 sia data comunicazione, prima dell'inizio di ciascuna manifestazione, all'ufficio accertatore territorialmente competente. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, potranno essere stabiliti condizioni e limiti affinche' l'esercizio delle attivita' di cui al comma 1 possa considerarsi occasionale.
1. Nell'articolo 40, primo comma del regio decreto-legge 19 ottobre 1938, n.
1933, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 1939, n. 973, recante
riforma delle leggi sul lotto pubblico, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al numero 1), relativo alla autorizzazione a promuovere
lotterie, dopo le parole: "enti morali," sono inserite le seguenti:
"organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS),";
b) al numero 2),
relativo alla autorizzazione a promuovere tombole, dopo le parole: "enti
morali," e' inserita la seguente: "ONLUS,";
c) al numero 3), relativo alla
autorizzazione a promuovere pesche o banchi di beneficenza, dopo le parole:
"enti morali," e' inserita la seguente: "ONLUS,".
1. Nel decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,
dopo l'articolo 20, e' inserito il seguente:
"Art. 20-bis
(Scritture contabili delle organizzazioni non lucrative di utilita'
sociale). - 1. Le organizzazioni non lucrative di utilita' sociale (ONLUS)
diverse dalle societa' cooperative, a pena di decadenza di benefici fiscali per
esse previsti, devono:
a) in relazione all'attivita' complessivamente svolta,
redigere scritture contabili cronologiche e sistematiche atte ad esprimere con
compiutezza ed analiticita' le operazioni poste in essere in ogni periodo di
gestione, e rappresentare adeguatamente in apposito documento, da redigere entro
quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio annuale, la situazione patrimoniale,
economica e finanziaria della organizzazione, distinguendo le attivita'
direttamente connesse da quelle istituzionali, con obbligo di conservare le
stesse scritture e la relativa documentazione per un periodo non inferiore a
quello indicato dall'articolo 22;
b) in relazione alle attivita' direttamente
connesse tenere le scritture contabili previste dalle disposizioni di cui agli
articoli 14, 15, 16 e 18; nell'ipotesi in cui l'ammontare annuale dei ricavi non
sia superiore a lire 30 milioni, relativamente alle attivita' di prestazione di
servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, gli adempimenti contabili
possono essere assolti secondo le disposizioni di cui al comma 166 dell'articolo
3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
2. Gli obblighi di cui al comma 1,
lettera a), si considerano assolti qualora la contabilita' consti del libro
giornale e del libro degli inventari, tenuti in conformita' alle disposizioni di
cui agli articoli 2216 e 2217 del codice civile.
3. I soggetti richiamati al
comma 1 che nell'esercizio delle attivita' istituzionali e connesse non abbiano
conseguito in un anno proventi di ammontare superiore a lire 100 milioni,
modificato annualmente secondo le modalita' previste dall'articolo 1, comma 3,
della legge 16 dicembre 1991, n. 398, possono tenere per l'anno successivo, in
luogo delle scritture contabili previste al primo comma, lettera a), il
rendiconto delle entrate e delle spese complessive, nei termini e nei modi di
cui all'articolo 20.
4. In luogo delle scritture contabili previste al comma
1, lettera a), le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri istituiti
dalle regioni e dalle provincie autonome di Trento e di Bolzano ai sensi
dell'articolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266, le organizzazioni non
governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49,
possono tenere il rendiconto nei termini e nei modi di cui all'articolo
20.
5. Qualora i proventi superino per due anni consecutivi l'ammontare di
due miliardi di lire, modificato annualmente secondo le modalita' previste
dall'articolo 1, comma 3, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, il bilancio deve
recare una relazione di controllo sottoscritta da uno o piu' revisori iscritti
nel registro dei revisori contabili.".
2. Ai soggetti di cui all'articolo 10, comma 9, le disposizioni del comma 1 si applicano limitatamente alle attivita' richiamate allo stesso articolo 10, comma 1, lettera a).
1. Alle ONLUS si applicano, ove compatibili, le disposizioni relative agli enti non commerciali e, in particolare, le norme di cui agli articoli 2 e 9 del presente decreto.
1. L'uso nella denominazione e in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico delle parole "organizzazione non lucrativa di utilita' sociale", ovvero di altre parole o locuzioni, anche in lingua straniera, idonee a trarre in inganno e' vietato a soggetti diversi dalle ONLUS.
1. Indipendentemente da ogni altra sanzione prevista dalle leggi
tributarie:
a) i rappresentanti legali e i membri degli organi amministrativi
delle ONLUS, che si avvalgono dei benefici di cui al presente decreto in assenza
dei requisiti di cui all'articolo 10, ovvero violano le disposizioni statutarie
di cui alle lettere c) e d) del comma 1 del medesimo articolo sono puniti con la
sanzione amministrativa da lire 2 milioni a lire 12 milioni;
b) i soggetti di
cui alla lettera a) sono puniti con la sanzione amministrativa da lire 200 mila
a lire 2 milioni qualora omettono di inviare le comunicazioni previste
all'articolo 11, comma 1;
c) chiunque contravviene al disposto dell'articolo
27, e' punito con la sanzione amministrativa da lire 600 mila a lire 6 milioni.
2. Le sanzioni previste dal comma 1 sono irrogate, ai sensi dell'articolo 54, primo e secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, dall'ufficio delle entrate nel cui ambito territoriale si trova il domicilio fiscale della ONLUS.
3. I rappresentanti legali ed i membri degli organi amministrativi delle organizzazioni che hanno indebitamente fruito dei benefici previsti dal presente decreto legislativo, conseguendo o consentendo a terzi indebiti risparmi d'imposta, sono obbligati in solido con il soggetto passivo o con il soggetto inadempiente delle imposte dovute, delle relative sanzioni e degli interessi maturati.
1. Per l'emissione di titoli da denominarsi "di solidarieta'" e' riconosciuta come costo fiscalmente deducibile dal reddito d'impresa la differenza tra il tasso effettivamente praticato ed il tasso di riferimento determinato con decreto del Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro delle finanze, purche' i fondi raccolti, oggetto di gestione separata, siano destinati a finanziamento delle ONLUS.
2. Con lo stesso decreto di cui al comma 1 sono stabiliti i soggetti abilitati all'emissione dei predetti titoli, le condizioni, i limiti, compresi quelli massimi relativi ai tassi effettivamente praticati e ogni altra disposizione necessaria per l'attuazione del presente articolo.
1. Le disposizioni del presente decreto entrano in vigore il 1° gennaio 1998 e, relativamente alle imposte sui redditi, si applicano a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso alla data del 31 dicembre 1997.